Antipertensivi

Negli ipertesi in cui siano stati ripetutamente riscontrati valori di pressione diastolica superiori a 105 mmHg e/o di sistolica superiori a 180 mmHg, le modificazioni delle abitudini di vita non sono sufficienti per controllare in modo adeguato l'ipertensione e diventa necessario il ricorso a farmaci antiipertensivi. La terapia farmacologica è indicata anche nei pazienti con gradi più lievi di ipertensione, quando l'adozione di adeguati provvedimenti non farmacologici, mantenuti per alcuni mesi, non è in grado di ridurre la pressione arteriosa ai valori desiderati. 

I farmaci che il medico ha a disposizione per il trattamento dell'ipertensione sono molti e non è possibile menzionarli tutti. E' utile tuttavia conoscere in modo un po' più approfondito almeno le CLASSI PRINCIPALI in cui è raggruppato il maggior numero di principi attivi: 
 

1. DIURETICI

Favoriscono l'eliminazione di acqua e sodio attraverso i reni: aumentando la produzione di urina si produce una riduzione del volume di liquido circolante nel sistema cardiovascolare e una conseguente diminuzione della pressione arteriosa. Si possono distinguere diverse classi di diuretici a seconda del meccanismo di azione; alcuni come i tiazidici e i diuretici dell'ansa aumentano anche l'eliminazione del potassio (es. furosemide, idroclorotiazide, clortalidone, indapamide) e questa perdita deve essere corretta perché può essere dannosa per l'organismo. Altri, definiti "risparmiatori di potassio" (es. amiloride, spironolattone), non hanno questo effetto e vengono perciò spesso associati ai primi per compensare i loro diversi effetti sul potassio.
I diuretici vanno assunti preferibilmente al mattino: se vengono presi di sera o nel tardo pomeriggio, possono indurre il bisogno di urinare durante la notte costringendo il paziente ad alzarsi più volte con conseguenti disturbi del sonno. 

2. BETA-BLOCCANTI

Sono farmaci con azione bloccante dei recettori beta-adrenergici, che inibiscono cioè la trasmissione di certi impulsi nervosi e influenzano la frequenza delle pulsazioni, la forza di contrazione del cuore e il diametro dei vasi sanguigni: meno sangue viene quindi pompato in circolo con conseguente riduzione della pressione (es. nebivololo, carvedilolo, bisoprololo, metoprololo). I beta-bloccanti hanno un effetto positivo anche nel trattamento dell'angina pectoris e nella terapia dopo l'infarto cardiaco.

 

3. ACE-INIBITORI

Sono farmaci che bloccano la produzione da parte dell'organismo dell'Enzima di Conversione dell'Angiotensina che fa parte di una cascata regolatrice della pressione arteriosa e dotato di un potente effetto costrittivo sui vasi sanguigni. L'inibizione di questo enzima produce un abbassamento della pressione arteriosa (es. enalapril, ramipril, lisinopril, captopril, perindopril). Gli ACE-inibitori sono efficaci anche nel trattamento dell'insufficienza cardiaca e nella terapia del post-infarto e si dimostrano particolarmente utili nei pazienti che soffrono di cardiopatia e ipertensione insieme. 

4. CALCIO-ANTAGONISTI

Il Calcio è necessario per la contrazione del cuore e dei vasi sanguigni. Per poter dare inizio ai processi che portano alla contrazione, il calcio deve entrare all'interno delle cellule. I calcio-antagonisti sono farmaci che inibiscono l'ingresso del calcio nelle cellule del cuore e dei vasi sanguigni (es. amlodipina, verapamil, nifedipina). Come risultato, i vasi sanguigni si rilasciano e quindi la pressione diminuisce; migliora anche l'ossigenazione e si riduce il carico di lavoro del cuore. Essi esercitano inoltre importanti effetti a livello cardiaco e sono usati nella terapia dell'angina.

5. SARTANI

I farmaci di questo gruppo (così chiamati perché il loro nome finisce in -sartan come ad esempio losartan, telmisartan ecc.) sono gli antiipertensivi di più recente introduzione in commercio. La loro azione è simile a quella degli ACE-inibitori, ma si realizza con un meccanismo diverso: anziché bloccare la sostanza responsabile dell'effetto ipertensivo, ne impediscono l'azione bloccando le strutture specifiche (recettori) su cui questa va ad agire e la pressione così si abbassa. Questo diverso meccanismo, essendo più specifico, comporta una minore frequenza di effetti indesiderati rispetto agli ACE-inibitori, soprattutto la tosse. 

6. ALTRI

Alcuni farmaci (doxazosin, terazosin) agiscono direttamente sulle terminazioni nervose che controllano la muscolatura dei vasi sanguigni provocandone un rilassamento e producendo di conseguenza una riduzione della pressione arteriosa.